giovedì 21 aprile 2011

Lenda das Rosas

Ascolta la canzone cantata da José Pracana



Leggenda delle Rose



Sulla stessa tomba erano sbocciati
due roseti di uguale forma,
se venivano mossi dal vento
le rose si univano in un bacio.

Di uno, le rose rosse
di quel rosso che i saggi dicono
essere il colore delle labbra
su cui l'amore posa scintille;
dell'altra, la gentil copia
di rose bianche cresceva.

Solo in questo eran diversi
nulla più li distingueva,
la stessa linfa li aveva creati
sulla stessa tomba erano sbocciati.

Tramandano storie angoscianti
che quella triste fossa
fu letto nuziale
di due giovani innamorati,
che ostacolati nell'amore
lì andarono a cercar la morte.

E continuarono ad amarsi
nell'aldilà, nonostante tutto
e per questo stanno lì
due roseti accoppiati.

La leggenda, semplice e vera,
racconta di più, che le rose bianche
erano le mani pure, franche
della sventurata ragazza.

E se lui chiedeva di baciarle le mani,
come in vita era solito fare,
la labbra si schiudevano
come due rose color rubino,
e sussurravano in segreto l'amore
se venivano mosse dal vento.

Quando i ragazzini passavano
vicino alla dolce sepoltura,
tutta la gente dice giurando
che le rose bianche arrossivano,
e le rosse si chiudevano
perché nessuno le toccasse.

Ma che, a notte fonda, al chiaro di luna,
tra una miriade di fiorellini,
proprio come le labbra degli sposi
le rose si univano in un bacio.




Lenda das Rosas



Na mesma campa nasceram
Duas roseiras a par
Conforme o vento as movia
Iam-se as rosas beijar

Deu uma, rosas vermelhas
Desse vermelho que os sábios
Dizem ser a cor dos lábios
Onde o amor põe centelhas
Da outra, gentis parelhas
De rosas brancas vieram

Só nisso diferentes eram
Nada mais as diferençou
A mesma seiva as criou
Na mesma campa nasceram

Dizem contos magoados
Que aquele triste coval
Fora leito nupcial
De dois jovens namorados
Que no amor contrariados
Ali se foram finar

E continuaram a amar
Lá no Além, todavia
E por isso ali havia
Duas roseiras a par

A lenda, simples, singela,
Conta mais, que as rosas brancas
Eram as mãos puras, francas
Da desditosa donzela

E ao querer beijar as mãos dela
Como na vida o fazia
A boca dele se abria
Em rosas de rubra cor
E segredavam o amor
Conforme o vento as movia

Quando as crianças passavam
Junto à linda sepultura
Toda a gente afirma e jura
Que as rosas brancas coravam
E as vermelhas se fechavam
Para ninguém lhes tocar

Mas que, alta noite, ao luar
Entre um séquito de goivos
Tal qual os lábios dos noivos
Iam-se as rosas beijar



Letra: João Linhares Barbosa